14.03.2014 16:53

Da Lenin a Stalin

Nel 1918 in Russia il governo rivoluzionario abolì la grande proprietà terriera ( ricordate che la terra apparteneva a pochi grandi latifondisti?)e suddivise la terra in piccole proprietà ( i sovkhoz) e cooperative agricole (kolchoz)
Nel 1919 si verificò anche in Russia una grave crisi economica e il governo obbligò i contadini a consegnare i loro raccolti ad un prezzo molto basso.I contadini, di conseguenza, cominciarono a lavorare sempre meno, perché scoraggiati dal
fatto di non vedere il frutto del proprio lavoro.Allo stesso modo anche molti operai cominciarono ad impegnarsi sempre meno nel lavoro di fabbrica. Il governo reagì molto duramente e confiscò ai piccolo proprietari tutto il raccolto agricolo,
 anche quello necessario per sfamare le proprie famiglie o per la semina dell'anno seguente.I contadini protrestarono energicamente , ma le loro ribellioni furono messe a tacere con la violenza.

Nel 1921 Lenin si rese conto che era necessario prendere dei provvedimenti per risolvere questadifficile situazione e diede inizio alla Nuova Politica Economica (NEP)che obbligava i contadini a consegnare UNA PARTE dei raccolti e
 consentiva loro di utilizzare o anche  vendere liberamente la rimanenza.Sfortunatamente proprio nei mesi successivi si verificò in Russia una siccità senza precedenti , che durò per circa due anni e causò la riduzione della
produzione agricola  del 60%. Ne dderivò una gravissima carestia che provocò circa 5 milioni di morti.
Nel 1922 Lenin fu costretto a lasciare la guida del Paese a causa di una grave emorragia cerebrale e la guida del partito comunista passò nelle mani di Stalin ( che voleva che la Russia si rafforzasse fino a diventare una grande potenza
industriale in grado di imporsi in tutta Europa e  Trotsky, che voleva che le idee rivoluzionarie si affermassero in tutti i Paesi europei per sostenere i diritti delle classi popolari.I dirigenti del partito comunista diedero il loro appoggio
 a Stalin, che non contento di avere ottenuto il potere costrinse Trotsky all'esilio in Messico e in seguito lo fece assassinare.
Stalin concentrò tutti i poteri nelle mani dei dirigenti del partito comunista, ritenendo che per governare meglio lo Stato dovesse essere il solo a possedere  e controllare tutte le risorse economiche del Paesae.
Stalin voleva che la Russia divenisse una grande potenza industriale e  per ottenere il denaro necessario a realizzare questo obiettivo abolì la NEP varata da Lenin,ordinò di sequestrare nuovamente tutto il raccolto agricolo, le estrazioni
minerarie e le produzioni artigianali, pagando per questi beni un prezzo molto basso; fece vendere all'estero tutte le materie prime e i prodoti agricoli sequestrati e con il ricavato assunse ingegneri stranieri fece costruire
grandi industrie. Naturalmente i piccoli proprietari terrieri ( i kulaki) si opposero con tutte le loro forze al sequestro dei loro raccolti, anche con azioni estreme ( alcuni bruciarono i raccolti pur di non consegnarli o macellarono gli animali).
la reazione di Stalin fu durissima : quasi tre milioni di kulaki furono uccisi o deportati nei campi di lavoro in Siberia, i gulag, dove scontavano una pena detentiva durissima e morivano, per lo più, di stenti.
Nel 1928 il Paese disponeva di un'imponente industria pesante : acciaierie, cantieri, armi, motori, alimenti.Per gli anni successivi Stalin stabilì dei piani di lavoro dettagliati e precisi ,i "piani quinquennali" che determinavano tutte le fasi
successive di produzione ed organizzazione dell'attività economica del Paese. La Russia stava divenendo una grande potenza economica, ma il governo rivoluzionario era  divenuto, oramai, una dittatura.

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