28.04.2014 18:57

Il verismo - Giovanni Verga

Il realismo in letteratura : naturalismo francese e verismo italiano

Nella seconda metà del XIX secolo si assiste ad una crisi del movimento romantico in tutta Europa ed a  una ripresa di interesse verso la realtà e gli aspetti materiali dell’esistenza : questo movimento, che viene chiamato Realismo, si diffonde nella letteratura, nell’arte, nella filosofia e cambia il modo di intendere e rappresentare la realtà.

Alla base di questo nuovo modo di intendere la vita ci sono degli elementi storici e alcune importanti scoperte scientifiche:

gli ideali di libertà,  di indipendenza e di unità nazionale che avevano animato i Romantici italiani ed europei, guidandoli a compiere i moti rivoluzionari, si scontrano con i problemi reali .

La realizzazione dei grandi ideali che avevano mosso i patrioti , quando trova finalmente realizzazione nell’unità d’Italia porta con sé profonde delusioni : la miseria non diminuisce, le tasse aumentano, il brigantaggio si diffonde.

Nel mondo scientifico il naturalista Charles Darwin porta a termine , in questo periodo, gli studi che gli consentono di elaborare la teoria evoluzionista :secondo questa teoria tutte le specie viventi, compreso l’uomo, sono sottoposte alle leggi della natura e la loro sopravvivenza è determinata da fattori interni (legati alle caratteristiche genetiche di ciascuna specie), ed esterni ( derivanti dall’ambiente in cui si vive). Le teorie di Darwin danno origine alla filosofia del Positivismo ; secondo i filosofi positivisti compito della filosofia e della scienza è indagare i fatti e la realtà in maniera oggettiva , perché come le specie si sono evolute in natura, così anche la società umana può progredire se si evolve, e l’istruzione e la scienza sono strumenti fondamentali per lo sviluppo umano.

Questo nuovo interesse per la realtà trova la sua espressione più significativa in due movimenti letterari : il naturalismo ed il verismo

Il naturalismo ha origine in Francia, dove si afferma il romanzo sociale  ad opera di autori come H. de Balzac , Flaubert, Zola. Essi si propongono i seguenti obiettivi :

  1. osservare la realtà urbana delle periferie delle città descrivendola in modo obiettivo e analitico
  2. applicare il metodo dell’osservazione oggettiva, scientifica, alla realtà che vogliono rappresentare

( In questo tipo di narrativa l’autore non deve mai commentare i fatti o le situazioni ma deve lasciare parlare la realtà; il romanzo, quindi, dovrà sembrare essersi fatto da sé : è questo il principio della impersonalità ).

  1. Fare parlare i personaggi così come essi si esprimono , in base alla loro categoria sociale ( questo porta ad un uso più frequente del discorso diretto)
  2. Adottare come genere letterario il romanzo (o i cicli di romanzi) , che permette di seguire l’evoluzione dei personaggi attraverso il susseguirsi delle generazioni.

 

 

L’ Italia e il Verismo

 

In Italia nell’ultimo trentennio dell’Ottocento sulla scia del Naturalismo francese si diffuse una corrente letteraria denominata verismo , che si contraddistingue per le seguenti caratteristiche :

  1. Concentra la sua attenzione sulle campagne e sulla condizione di miseria in cui vivono contadini, pescatori, braccianti in un ambiente prevalentemente agricolo
  2. Ha carattere locale, legato soprattutto al meridione
  3. Applica, come il naturalismo francese, il canone dell’impersonalità
  4. A differenza del naturalismo, per il quale la denuncia sociale si pone l’obiettivo di risolvere le problematiche esaminate, il verismo  ha un carattere prevalentemente pessimistico, in quanto le vicende storiche del momento non lasciano presagire la possibilità di un  cambiamento positivo della situazione
  5. Non si esprime soltanto attraverso il romanzo ma preferisce forme narrative più brevi, come la novella.

 

 

Giovanni Verga

G. Verga , nato a Catania nel 1840 da una famiglia di piccoli proprietari terrieri rivelò fin da giovane età una particolare predisposizione per l’attività letteraria : a soli diciassette anni compose il suo primo romanzo;più tardi intraprese gli studi di giurisprudenza ma non li portò a termine per seguire la propria vocazione letteraria.

Partecipò con spirito patriottico alle vicende della seconda guerra d’indipendenza (1859) scrivendo su giornali di orientamento patriottico ed arruolandosi volontario nella Guardia Nazionale al tempo della spedizione di Garibaldi.

Nel 1869 si trasferì a Firenze, che a quel tempo era la capitale d’Italia, dove conobbe lo scrittore Luigi Capuana; nel 1872 si stabilì a Milano, che da quel momento divenne la sua residenza abituale.

Milano a quel tempo era il centro della vita letteraria e culturale d’Italia; nei suoi circoli letterari si diffondevano le critiche sul romanticismo e prendevano spazio le nuove ideologie positiviste e gli influssi del naturalismo provenienti dalla vicina Francia. Importantissimo per la formazione culturale del giovane Verga  fu proprio  il viaggio a Parigi ,dove ebbe modo di incontrare personalmente Emile Zola, il massimo esponente della corrente letteraria del Naturalismo, da cui sarà fortemente  interessato.

La sua prima opera verista fu la novella Nedda a cui seguirono due raccolte di novelle, Vita dei campi (1880) e Novelle rusticane (1881). Sempre a Milano furono pubblicati i suoi romanzi veristi :  il primo, I Malavoglia, che racconta la storia di una povera famiglia di pescatori travolta da disgrazie e disavventure  (1881), doveva dare inizio ad una serie di cinque che non fu terminata. Seguirono, infatti,  solo Mastro Don Gesualdo (1889) e La duchessa di Leyra , che rimase incompiuto. Ritornato a Catania, si dedicò alla riscrittura per il teatro di alcune sue opere e conobbe grande successo con il dramma “Cavalleria Rusticana”.Morì nel 1922  a  Catania.

 

L’opera di Verga è quasi totalmente ambientata in Sicilia ed ha come protagonisti gli umili, esaminati ed osservati nella loro drammatica miseria e nella loro tragica e perdente lotta per la vita. Gli umili, che già Manzoni aveva posto come protagonisti del suo romanzo, sono da Verga raccontati come si presentavano nella realtà siciliana del suo tempo : sono pescatori, pastori, contadini, che rimangono estranei alle vicende storiche perché la loro vita, fatta di miserie e di stenti, prosegue sempre uguale e sempre immutabile di generazione in generazione. Sono persone semplici, dominate da forti istinti, schiacciate da un eterno destino di dolore e sofferenza. Il progresso non li può risollevare dalla loro sorte perché essi, nell’evoluzione dell’umanità, sono destinati a soccombere ( Si riconosce chiaramente l’eco delle teorie di Darwin ). Proprio i “vinti” dovevano essere i protagonisti dei suoi lavori : la definizione di vinti è applicabile, secondo Verga, agli uomini di qualsiasi classe sociale : sono coloro che vengono travolti dalla quotidiana lotta per l’esistenza  ; ci sono dei vincitori, ma solo momentanei ed apparenti : quelli di oggi sono destinati ad essere gli sconfitti di domani.

Attraverso le novelle ed i romanzi Verga rappresenta i problemi sociali della Sicilia e di tutto il mezzogiorno : la miseria, il latifondo, un sistema sociale ancora basato su rapporti di tipo feudale, a cui si aggiungono i problemi portati dalla recente unità d’Italia : le nuove tasse, il servizio militare obbligatorio che ruba braccia valide al lavoro dei campi, la mancata distribuzione delle terre ai contadini.

Seguendo il principio dell’oggettività, che voleva che lo scrittore narrasse senza coinvolgimenti emotivi e senza entrare nella narrazione con giudizi ed osservazioni, Verga racconta con apparente distacco il tentativo di risollevarsi dalle condizioni di miseria dei suoi personaggi, le cui vicende hanno però sempre un esito estremamente drammatico.

 

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