29.01.2014 16:29

Interventi per la conferenza Primo Levi 1

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Ai primi del ‘900 Torino, ex capitale del Regno,  si presenta come una delle città italiane più attive e vivaci.

La città vanta un’antica tradizione culturale, ma è anche aperta alle novità ed è la prima, insieme a Firenze, ad ospitare ben cinque case di produzione cinematografica, che realizzano i primi filmati, in Italia, di argomento storico. Torino ospita già alcune grandi industrie del settore tessile e meccanico ,importanti concerie, la Regia Manifattura di Tabacchi,  e con lo sviluppo della FIAT e del complesso delle officine ferroviarie si avvia a diventare la capitale dell’industria metalmeccanica e dell’automobile.

Un gran numero di lavoratori lascia le campagne e si riversa in città con la speranza di trovare lavoro nei grandi stabilimenti industriali, alcuni dei quali sono veramente  molto produttivi, dal momento che, come tutte le industrie di questo periodo, si basano sui principi del taylorismo ed utilizzano il sistema delle catene di montaggio.  Le condizioni di lavoro degli operai, però, sono insoddisfacenti perché la crisi del dopoguerra ha ridotto i posti di lavoro,    i salari sono molto bassi e gli orari di lavoro molto pesanti, per cui tra gli operai il malcontento cresce ogni giorno. Nel marzo 1920 scoppia presso la Fiat uno sciopero che finisce per coinvolgere tutte le officine metallurgiche di Torino. Il governo invia in città una truppa di circa 50.000 militari, per cui lo sciopero termina senza  che ai lavoratori vengano riconosciute le proprie richieste,ma il timore che nascano nuovi disordini popolari facilita l’ascesa del fascismo.  Già nel  1919 il movimento fascista  aveva cominciato a muovere i suoi primi passi e anche a Torino viene aperta la sede dei  fasci di combattimento; poco tempo dopo le camicie nere di Mussolini  hanno  nelle proprie mani il controllo di ogni attività sociale e la possibilità di reprimere ogni forma di dissenso :  da questo momento gli squadristi impongono l’ordine e mettono a tacere ogni protesta attaccando e distruggendo sedi di giornali, associazioni sindacali e ritrovi operai.

Primo Levi nasce il 31 luglio dello stesso anno 1919, da Cesare Levi ed Esther Luzzati, di origine ebraica  ; da suo padre, Primo dirà di avere ereditato una forte curiosità, un grande desiderio di sapere, di conoscere l’essenza delle cose, unito ad una profonda passione per la lettura.  Tra il 1925 ed il 1930 frequenta a Torino la scuola elementare, poi, essendo cagionevole di salute, per un anno riceve istruzione privata in casa.

Sono questi gli anni in cui Mussolini, dopo la marcia su Roma,  conquista pieni poteri ed il fascismo  influenza ormai pesantemente tutta la vita politica, sociale e culturale del Paese. Anche il mondo della scuola non sfugge a questi condizionamenti : vengono aboliti i libri di testo in uso  e resi obbligatori quelli approvati da Mussolini, che modellano il modo di pensare degli italiani fin dalla più tenera età.

Nel l’a.s. 1930/’31 Primo Levi supera con ottimi voti l’esame di ammissione alla seconda classe  del ginnasio inferiore presso il  Liceo Classico D’Azeglio , una delle scuole più serie e prestigiose della città, e nel 1932  ottiene eccellenti risultati  all'esame di ammissione al ginnasio superiore, ma il premio previsto non gli viene assegnato perché non era  iscritto alle associazioni giovanili del partito fascista.

Nello stesso anno un eccellente professore  di italiano e latino del liceo  D’Azeglio,  Augusto Monti,  viene costretto a lasciare l’insegnamento perché sospettato di  diffondere idee antifasciste. Il regime, infatti, sta intensificando la sua propaganda e nell’a.s. 1935/’36  aggiunge persino una nuova materia, cultura militare,alle discipline di studio  tradizionali  : durante queste lezioni un ufficiale insegnava ai ragazzi storia e tecnica militare,con l’obiettivo di incoraggiare  la formazione del modello maschile voluto da Mussolini .

Lo slogan insegnato ai giovani in questo periodo è  libro e moschetto : balilla perfetto.

 

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In questo periodo apre i battenti a Torino la Radio Italiana, dalle cui onde gli italiani possono ascoltare i primi programmi radiofonici..e i canti inneggianti al fascismo, da Giovinezza a Faccetta nera. Il fascismo, intanto, tende ad influenzare anche il mondo dell’abbigliamento femminile : è così che alle apprezzate sartorie torinesi  nelle quali si realizzavano con eccezionale abilità raffinati abiti su misura si sostituiscono le creazioni ispirate al modello femminile proposto dal fascismo, che lancia una moda semplice e severa.

Primo Levi, nel frattempo,  frequenta il ginnasio superiore ed è attratto dalle discipline scientifiche ; suo padre gli regala un microscopio con il quale può osservare i risultati degli esperimenti che comincia a realizzare. Una volta invita persino gli amici ad osservare, con una piccola macchina da proiezione, la formazione dei cristalli  che ha realizzato con l’allume. Durante la frequenza dell’ultimo triennio del Liceo  Primo collabora ad alcuni numeri del giornale scolastico  realizzato dagli studenti . Nella sua prima poesia, “Voi non sapete studiare”,  abbiamo scoperto una divertente rappresentazione del fallimento del tentativo di studiare biologia raccogliendo personalmente  dei materiali da analizzare durante un’uscita in campagna con la bicicletta.

Quelli  trascorsi al Liceo Classico D’Azeglio sono  per Primo Levi anni di impegno  e studio intenso  ; si accresce la passione per le materie scientifiche,soprattutto la chimica e la biologia. Sembra meno interessato alle materie letterarie, attraverso le quali, però, assimila i valori profondi della cultura classica e , sebbene le materie letterarie siano quelle nelle quali talvolta riporta valutazioni non superiori alla sufficienza, ugualmente esse lasceranno un segno profondo nel suo animo, che riscoprirà durante la permanenza al lager, nel periodo più drammatico della sua esistenza.

Nell’a.s. 1936/’37 sostiene l’esame di maturità, ma riporta una cattiva valutazione nel tema di italiano e deve ripetere la prova nella sessione autunnale, nella quale consegue il diploma e, subito dopo, si iscrive all’Università degli Studi di Torino, alla Facoltà di Scienze.

 Nel 1938 il governo approva  le leggi per la difesa della razza , che cominciano a limitare in maniera sempre più ampia le libertà civili e politiche della popolazione ebraica ; tra le altre cose  proibiscono, di fatto, agli ebrei, di occupare cariche ed uffici pubblici e , ai più giovani, persino la frequenza delle scuole pubbliche; Primo Levi può completare i suoi studi solo perché già iscritto alla Facoltà di Scienze dell’Università di Torino al momento dell’emanazione delle leggi razziali.

La diffamazione nei confronti degli ebrei fa nascere un clima di diffidenza e di ostilità nei loro confronti, e  Levi supera il trauma di essere considerato dalla società “diverso, pericoloso, non degno di fiducia” intensificando l’ impegno nello studio. L’assurdità delle persecuzioni razziali lo aiuta a recuperare quel senso critico che la cultura fascista non aveva certo incoraggiato nei giovani di quel tempo; nell’ambiente universitario che Primo Levi frequenta, comunque,  nessuno tra i colleghi e le colleghe, gli fa pesare la sua condizione di ebreo e quasi tutti i professori dimostrano di avere tendenze antifasciste. Il desiderio di completare gli studi lo spinge  a trattenersi in Italia oltre il ’39, l’anno in cui agli ebrei era ancora consentito lasciare il Paese. E’  in questo periodo che comincia a frequentare circoli di studenti antifascisti, ebrei e non, e nel luglio 1941  si laurea con 110 e lode, anche se  sul suo diploma di Laurea il regime impone che sia apposta la dicitura, “di razza ebraica”.

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Inizia adesso uno dei periodi più drammatici della storia d’Italia e delle vicende personali di Primo Levi : l’Italia,  in guerra al fianco della Germania, subisce pesanti attacchi dagli Alleati ; anche la città di Torino viene duramente colpita  nel 1942.

I bombardamenti  , che sono mirati a colpire obiettivi militari e civili e a distruggere le industrie  , provocano il panico nella popolazione e causano una drastica riduzione della produzione industriale e la diminuzione del potere d'acquisto dei salari , che  suscitano,  nel 1943, una  dura rivolta degli operai.

Essi chiedono la fine del regime militare di produzione, la possibilità di non lavorare durante i bombardamenti e la liberazione dei prigionieri politici. Il regime risponde con repressioni durissime e pene crudeli; molti operai vengono giustiziati e a centinaia  vengono deportati in Germania nei campi di lavoro.

Sotto i  bombardamenti  crolla anche la scuola ebraica, presso la quale si incontravano molti giovani studenti ebrei che condividevano  idee di opposizione e resistenza al fascismo. Da questo momento alcuni di loro si sposteranno a Milano, altri cercheranno rifugio sulle montagne circostanti.

In questo periodo la famiglia Levi si trova in difficoltà economiche, anche a causa della malattia del padre e Primo trova lavoro come chimico in una cava d’amianto presso Lanzo , e l’anno successivo si trasferisce a Milano, dove trova una migliore sistemazione presso la Wander, una fabbrica svizzera di medicinali .

Con l’8 settembre ’43 la discriminazione contro gli ebrei diventa persecuzione : il ghetto ebraico di Roma viene rastrellato e più di mille ebrei sono  deportati in Polonia.

Anche Primo ( come la sorella Anna Maria, che poi fa rientro in città)  e un gruppo di amici  e amiche si rifugiano in Val d’Aosta,  entrano in contatto con il Partito d’Azione , che combatte clandestinamente contro il nazifascismo,  e danno vita ad una piccola banda partigiana.

Vengono arrestati il 13 dicembre 1943 e trattenuti per un mese presso il carcere di Aosta ; di qui vengono  trasferiti al campo di detenzione di Fossoli-Carpi.

I fascisti non riservano loro un trattamento particolarmente duro, e promettono di trattenerli nel campo fino al termine della guerra. Dopo l’armistizio firmato da Badoglio con gli anglo-americani, il campo viene preso in gestione dai Tedeschi, che deliberano l’immediato invio di tutti i prigionieri nei campi di concentramento polacchi.

Nel febbraio 1944 I900 ebrei, tra cui il ventiquattrenne  Primo Levi, sono caricati sui vagoni piombati ed iniziano il loro viaggio. Destinazione : il campo di sterminio di Auschwitz.

 

 

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