19.01.2014 17:28

Questione israeliano-palestinese

Lo stato di Israele come lo conosciamo oggi è nato soltanto nel 1948. Con la distruzione del tempio di Gerusalemme nel 70d.C. ad opera dei romani, ebbe inizio la diaspora : gli ebrei che vivevano in Palestina si dispersero in tutto il mondo, senza più una patria.

Questa regione fece parte dell’impero ottomano e poi passò sotto il controllo degli Inglesi.

Il problema arabo-israeliano cominciò quando molti ebrei cominciarono a ritornare in Palestina, provocando il malcontento della popolazione araba, che nel frattempo si era stanziata in quei luoghi.

Per evitare disordini il governo inglese promise che avrebbe controllato e limitato il numero degli ebrei in Palestina. Quando in Germania si sviluppò il potere di Hitler e cominciarono le persecuzioni i contro gli ebrei, invece, moltissimi di loro fuggirono e si rifugiarono proprio in Palestina, che era la loro terra di origine.

Alla fine della seconda guerra mondiale, per ricompensare gli ebrei, che erano stati così duramente perseguitati dai nazisti, si permise loro di ritornare in Palestina e nel 1947 una risoluzione ONU previde che in questa regione si creassero due stati : uno arabo ed uno israeliano.

La convivenza tra questi due popoli era molto difficile per le differenze di religione ( gli arabi ( Palestinesi) sono musulmani, mentre gli Israeliani sono ebrei) ma anche economiche e sociali. I Palestinesi si dedicavano soprattutto all’agricoltura ed all’allevamento, mentre gli Israeliani hanno un’economia più ricca, di tipo occidentale, ma portando via ai Palestinesi le terre che essi coltivavano, li costrinsero ad uno stato di dura difficoltà.

Nel 1956, nel ’67 e nel ’73 ci furono delle guerra a seguito delle quali Israele strappò altri territori agli arabi, che si ribellarono : iniziò una guerra sanguinosa, combattuta per le strade e con i mezzi più disparati ; i Palestinesi si difendevano dagli attacchi dei carri armati israeliani scagliando contro loro le pietre delle loro case distrutte. “Intifada” vuole dire proprio “guerra delle pietre”.

Si tentarono anche degli accordi di pace e nel 1993 Arafat, capo dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, firmò un accordo con Rabin, il primo ministro israeliano,ma quest’ultimo fu assassinato da un estremista che non gli perdonava il suo tentativo di riappacificazione con i nemici di sempre.

La guerra continua, purtroppo, ancora oggi, con gli attacchi dei kamikaze palestinesi, che superano i posti di controllo e si fanno esplodere in mezzo alla gente per fare stragi più numerose possibili, e i bombardamenti degli israeliani, che oltrepassano il confine per vendicare le stragi.

La soluzione sembra davvero difficile da trovare...

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